martedì 31 maggio 2011

È l’ora di un riformismo popolare

La crisi del berlusconismo è inequivocabile. Ma qual è il messaggio che l’elettorato manda al centrosinistra? L’alta partecipazione alle primarie, al voto e alla gioia del postvoto sembra offrire un’indicazione.

La folla riversatasi ieri in piazza del Duomo sin dal pomeriggio per festeggiare la vittoria di Giuliano Pisapia era impressionante. E ad accomunarla era la sensazione che qualcosa di storico è avvenuto in questi ballottaggi. Si tratta di capire cosa è avvenuto. I no dell’elettorato in questo referendum politico sono chiari: è stata bocciata l’amministrazione Moratti, bocciato Berlusconi, bocciata la velenosa campagna elettorale del centrodestra. Ma a cosa l’elettorato ha detto sì?

mercoledì 25 maggio 2011

Milano, anche i falchi stancano

A pochi giorni dal ballottaggio, il centrodestra insiste nella strategia della paura. E Mario Giordano attacca i cattolici favorevoli a Pisapia. Ma forse il vero obiettivo è recuperare i voti degli elettori delusi dalla Lega.

Arriva ultimo nella corsa a chi la spara più grossa. Ma arriva pure lui: Mario Giordano. Sul Giornale di oggi scrive che i cattolici che appoggiano Giuliano Pisapia favoriscono, senza esserne coscienti, «lo sfascio della famiglia tradizionale e le leggi pro-transgender, l’eutanasia e il suicidio assistito, le camere del buco, la droga libera e la pratica dell’aborto su larga scala, come metodo contraccettivo». Nientepopodimeno. Viene voglia di rispondere: e basta! Certe sciocchezze lasciatele dire a La Russa e alla Santanchè: nella foga della politica possono anche starci. Ma a nessun giornalista è concesso di sbracare in tal modo. Né di una parte né dell’altra.

domenica 22 maggio 2011

Election quiz: qual è la grande sorpresa di Berlusconi?

Annunciata una big suprise prima del ballottaggio. Abolizione dell’Ecopass? Trasferimento di due ministeri a Milano? Ma va! Queste sono sciocchezze. A Milano si pensa in grande. Ecco cos’ha in mente il Grande Comunicatore.

Da una parte, le calunnie ai danni di Giuliano Pisapia. Dall’altra, un’opera di imbonimento in puro stile Vanna Marchi. Ormai l’abbiamo capito: questa è la doppia strategia di Berlusconi a Milano. La big surprise è stata ormai annunciata in pompa magna. Ma cosa tirerà fuori dal cilindro il Grande Comunicatore?

venerdì 20 maggio 2011

Chi ha paura di Giuliano Pisapia?

Sembrava che i toni della campagna della destra milanese dovessero cambiare dopo l’ammissione della Morati che erano stati fatti errori di comunicazione. E, invece, ecco la macchina del fango già al lavoro. Ma di cos’è accusato Pisapia?

Guardate quest’uomo. Guardatelo in faccia, negli occhi. Ascoltatelo parlare. Vi fa paura? Vi sembra un fedayyìn, un estremista? A me no. Anzi! Giuliano Pisapia mi sembra un uomo mite, rassicurante, erede di quel riformismo che nella nostra città ha trovato da sempre terreno fertile. Rappresenta lo spirito autentico della Milano che lavora, concreta, culturalmente aperta e spregiudicata, attenta alle cose da fare.

giovedì 19 maggio 2011

Preferenze: 206 i candidati con zero voti

Il problema interessa soprattutto le liste minori. Ma a Milano anche la Lega, l’Udc, lIdv, la Lista Bonino-Pannella e i Verdi hanno presentato candidati al consiglio comunale che non hanno preso neppure un voto

A Milano, per quel che riguarda le preferenze, l’attenzione si è concentrata sul dimezzamento dei consensi raccolti da Silvio Berlusconi. Giustamente. Quello è il dato più eclatante. Ma ci sono altri fattori degni di interesse. Per esempio, sono complessivamente ben 206 i candidati al consiglio comunale che non hanno preso neppure un voto. Zero preferenze. (Qui i risultati: Repubblica Milano.)

martedì 17 maggio 2011

Pisapia, il maggio milanese

La sinistra vince nel capoluogo lombardo perché ha saputo essere rassicurante e interpretare lo spirito della città. Ma soffia davvero il vento del Nord? Esiste un nuovo laboratorio riformista in grado di candidarsi a governare la nazione?

Su Berlusconi la penso come Giuliano Ferrara, sia pure da una prospettiva diametralmente opposta. Il Cavaliere, a Milano, convince quando si presenta come un riformatore: quando cioè pone al centro della sua agenda politica la riduzione delle tasse, l’abolizione delle Province, il dimezzamento del numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo perfetto, l’arretramento della politica da settori che non le competono, ecc.

domenica 15 maggio 2011

Milano e la bufala dei moderati

Culla del riformismo socialista, il capoluogo lombardo è una città spregiudicata. Non teme i movimenti di rottura. Ma all’ideologia preferisce l’intraprendenza di chi sa fare

Con la sua consueta lucidità, Sergio Romano – nel fondo odierno sul Corsera – mette i puntini sulle «i». Ai soloni della politica fa notare che non si ricordano a memoria d’uomo «elezioni locali a cui non sia stata attribuita una valenza politica». La vera anomalia, secondo l’ex ambasciatore, sta nel fatto che la politica ha soffocato il dibattito delle idee e che le elezioni amministrative, per iniziativa dello stesso Berlusconi, sono state trasformate in un referendum sul presidente del Consiglio. Anche queste due circostanze non mi sembrano proprio una novità. Ma sono vere. E, in primo luogo, riguardano le elezioni milanesi.

giovedì 12 maggio 2011

Habemus papam: il gran rifiuto di Nanni Moretti

I turbamenti di coscienza di un papa che non vuole essere papa, e il mancato confronto tra scienza e fede in un film controverso che inscena uno dei principali temi della contemporaneità: la crisi dell’Io

Nella storia della Chiesa, sono cinque i pontefici che hanno abdicato, per scelta o per costrizione: Clemente I, papa Ponziano, Benedetto IX, Celestino V e Gregorio XII. Il più celebre è il penultimo, che Dante colloca fra gli ignavi, nel terzo canto dell’Inferno: per lui non vi sono dubbi, il gran rifiuto di Celestino V equivale a un gesto di viltade. E la sua ombra merita di stare fra coloro che non hanno speranza di morte, perché persino la misericordia e la giustizia li sdegna.
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