Mettiamola così. La notizia di un possibile rinvio del voto dà un certo brivido a una campagna elettorale per altri aspetti noiosetta. Se non altro abbiamo un diversivo al tormentone Alitalia. Certo, colpisce la risposta di Giuseppe Pizza, segretaro diccì, ai leader che gli chiedevano un atto di buon senso nell’interesse del Paese: «Mi rendo conto che i nostri alleati sono legittimati a chiederci responsabilità sulla data del voto», ha dichiarato, «ma l’interesse del mio partito è preponderante.» Non c’è che dire. Una bella carta d’identità per chi si candida al parlamento. E ho paura che si debba prenderlo alla lettera.
Ma, in fondo, riconosciamolo: Pizza ha le sue porche ragioni. A questa competizione sono state ammesse le liste più improbabili e pittoresche. La sua no. E perché mai? Basta andare sul sito del Viminale e dare un’occhiata ai simboli. Ci sono la Lista Grilli Parlanti, la Lega per l’Autonomia - Alleanza Lombarda, la Liga Veneta Repubblica, il Partito del Sud - Alleanza Meridionale, l’Unione Consumatori, i Popolari Uniti (e vattelapesca uniti a chi).
Manca la Lista della Fata Turchina. Ma ci sono la Lista Per il Bene Comune (fosse vero, se ne sarebbero rimasti in poltrona davanti alla tivvù), il Loto (giuro, proprio così!), la Lega Sud Ausonia, il Fronte Indipendentista Lombardia, Forza Nuova, il Sud Libero, il Movimento Politico Pensiero e Azione. Poi, naturalmente c’è Ferrara. E c’è addirittura un fantomatico Partito Liberale Italiano, scovato in chissà quale armadio o sgabuzzino. Mentre a sinistra della sinistra è tutto un affollarsi di falci e martello: Sinistra critica, Partito di Alternativa Comunista, Partito Comunista dei Lavoratori, Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista (eh, sì, esistono ancora, anche se non li vedi più andare in giro con le cartelle piene di giornalini, come i testimoni di Geova).
Tutti quanti hanno il loro candido candidato premier (anzi, candidissimo, gente che giura e spergiura di non aver mai avuto finora ambizioni di potere) e il loro bel programmino (bisogna leggerli, alcuni sono davvero spassosi). Come se avessero anche solo una probabilità sull’infinito di governare il Paese. Una finzione assurda, da teatrino popolare. Tra tante liste fantasma o partiti personali, si poteva negare un quarto d’ora di gloria a Pizza? No, non si poteva.
Ma, intendiamoci, anche nella cosiddetta prima repubblica si affacciavano sulla scena politica tanti personaggi folcloristici. La spettacolarizzazione li ha solo moltiplicati e forse resi più rancorosi (qualcuno mi sembra proprio incanaglito, e mica ne ho capito la ragione). Non c’è troppo da scandalizzarsi per questo. Non entreranno comunque in parlamento. Ci sarebbe però da scandalizzarsi se per l’interesse di condominio fosse sacrificato l’interesse nazionale.
mercoledì 2 aprile 2008
Elezioni: Diccì, a volte ritornano
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6 commenti:
già. ma avrei un problemino piccolo piccolo da sottoporre a te e al signor pizza (e al tar e alla corte costituzionale e a tutti coloro ai quali garba): noi qui all'estero s'è già votato (almeno, alcuni di noi hanno già votato). ergo? credo ci sia poco da discutere, le elezioni sono di fatto già in atto.
Virginie, al signor Pizza non importa un ficco secco né dei problemi né del tuo problemino. Quello s'interessa solo agli scudi (crociati, naturalmente).
Fabio
Oggi, pizza ha detto che non fa saltare la data delle elezioni. evidentemente il berluska deve avergli assicurato un posto da sottosegretario. un motivo in più per NON votare pdl.
In questa campagna c'è una sola vera novità: un partito che si presenta come partito unico ed è abbastanza grosso da dare del filo da torcere al berluska. Io dico di votare PD, se vogliamo sperare per il futuro di non vedere più questi "balletti".
firmato: clorella
sito web: www.pdobama.net
Tra l'altro a me interesserebbe sapere come il simbolo originale della dc sia finito a Pizza. Io ero rimasto alla prima scissione della dc, in cui avevano fatto una divisione consensuale: il simbolo a Buttiglione, il palazzo (a piazza del gesù, un simbolo e un capolavoro del barocco) a Bianco.
Magari è una storia molto grottesca e italiana di ricorsi al tar, vendite e cessioni.
Pare che alla fine Pizza si sia convinto a ritirare la sua lista. In un clima diventato incandescente, è una buona notizia. Rimane il problema degli altri partitini personali: troppi, inutili, spesso settari o addirittura grotteschi.
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