lunedì 4 luglio 2011

Lo scandalo dell’antimodernità: Fini e il Mullah Omar

L’ultimo libro del grande giornalista ricostruisce la storia dei talebani, mettendone in risalto gli aspetti politici propri di un movimento nazionalista di tipo radicale. Ma sottolinea anche il carattere provocatorio che il loro modello pauperistico di società ha finito con l’assumere agli occhi dell’Occidente dominato dalle leggi dell’economia.

A furia di inseguire un pericolo immaginario, in Afghanistan gli americani hanno finito col crearne uno reale. È la tesi sostenuta da Massimo Fini in Il mullah Omar (Marsilio, pp. 178, euro 16,50). E l’incursione all’Hotel Intercontinental di Kabul nella notte fra il 28 e il 29 giugno sembra offrirle un ulteriore motivo di credito. L’obiettivo del resto non era civile ma politico-militare: il lussuoso albergo ospitava infatti i membri del governo, i vertici delle forze di sicurezza e i governatori delle province riuniti per la conferenza che dovrà guidare la transizione.

venerdì 3 giugno 2011

Che pasticcio il cosiddetto referendum sul nucleare!

Il comitato referendario invita a votare sì al terzo quesito (scheda grigia) per impedire la costruzione delle centrali nucleari. Ma il quesito riguarda solo in parte il nucleare. E votare sì vuol dire ostacolare anche gli investimenti nelle rinnovabili.

Uno va alle urne pensando di votare a favore o contro il nucleare, e invece vota un’altra cosa. È la conseguenza della decisione di trasferire sulle nuove norme approvate dalla legge omnibus la richiesta di abrogazione del comitato referendario. Il nuovo quesito è il seguente: «Volete che siano abrogati i commi 1 e 8 dell’articolo 5 del dl 31/03/2011 n. 34 convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 n.75?»

martedì 31 maggio 2011

È l’ora di un riformismo popolare

La crisi del berlusconismo è inequivocabile. Ma qual è il messaggio che l’elettorato manda al centrosinistra? L’alta partecipazione alle primarie, al voto e alla gioia del postvoto sembra offrire un’indicazione.

La folla riversatasi ieri in piazza del Duomo sin dal pomeriggio per festeggiare la vittoria di Giuliano Pisapia era impressionante. E ad accomunarla era la sensazione che qualcosa di storico è avvenuto in questi ballottaggi. Si tratta di capire cosa è avvenuto. I no dell’elettorato in questo referendum politico sono chiari: è stata bocciata l’amministrazione Moratti, bocciato Berlusconi, bocciata la velenosa campagna elettorale del centrodestra. Ma a cosa l’elettorato ha detto sì?

mercoledì 25 maggio 2011

Milano, anche i falchi stancano

A pochi giorni dal ballottaggio, il centrodestra insiste nella strategia della paura. E Mario Giordano attacca i cattolici favorevoli a Pisapia. Ma forse il vero obiettivo è recuperare i voti degli elettori delusi dalla Lega.

Arriva ultimo nella corsa a chi la spara più grossa. Ma arriva pure lui: Mario Giordano. Sul Giornale di oggi scrive che i cattolici che appoggiano Giuliano Pisapia favoriscono, senza esserne coscienti, «lo sfascio della famiglia tradizionale e le leggi pro-transgender, l’eutanasia e il suicidio assistito, le camere del buco, la droga libera e la pratica dell’aborto su larga scala, come metodo contraccettivo». Nientepopodimeno. Viene voglia di rispondere: e basta! Certe sciocchezze lasciatele dire a La Russa e alla Santanchè: nella foga della politica possono anche starci. Ma a nessun giornalista è concesso di sbracare in tal modo. Né di una parte né dell’altra.

domenica 22 maggio 2011

Election quiz: qual è la grande sorpresa di Berlusconi?

Annunciata una big suprise prima del ballottaggio. Abolizione dell’Ecopass? Trasferimento di due ministeri a Milano? Ma va! Queste sono sciocchezze. A Milano si pensa in grande. Ecco cos’ha in mente il Grande Comunicatore.

Da una parte, le calunnie ai danni di Giuliano Pisapia. Dall’altra, un’opera di imbonimento in puro stile Vanna Marchi. Ormai l’abbiamo capito: questa è la doppia strategia di Berlusconi a Milano. La big surprise è stata ormai annunciata in pompa magna. Ma cosa tirerà fuori dal cilindro il Grande Comunicatore?

venerdì 20 maggio 2011

Chi ha paura di Giuliano Pisapia?

Sembrava che i toni della campagna della destra milanese dovessero cambiare dopo l’ammissione della Morati che erano stati fatti errori di comunicazione. E, invece, ecco la macchina del fango già al lavoro. Ma di cos’è accusato Pisapia?

Guardate quest’uomo. Guardatelo in faccia, negli occhi. Ascoltatelo parlare. Vi fa paura? Vi sembra un fedayyìn, un estremista? A me no. Anzi! Giuliano Pisapia mi sembra un uomo mite, rassicurante, erede di quel riformismo che nella nostra città ha trovato da sempre terreno fertile. Rappresenta lo spirito autentico della Milano che lavora, concreta, culturalmente aperta e spregiudicata, attenta alle cose da fare.

giovedì 19 maggio 2011

Preferenze: 206 i candidati con zero voti

Il problema interessa soprattutto le liste minori. Ma a Milano anche la Lega, l’Udc, lIdv, la Lista Bonino-Pannella e i Verdi hanno presentato candidati al consiglio comunale che non hanno preso neppure un voto

A Milano, per quel che riguarda le preferenze, l’attenzione si è concentrata sul dimezzamento dei consensi raccolti da Silvio Berlusconi. Giustamente. Quello è il dato più eclatante. Ma ci sono altri fattori degni di interesse. Per esempio, sono complessivamente ben 206 i candidati al consiglio comunale che non hanno preso neppure un voto. Zero preferenze. (Qui i risultati: Repubblica Milano.)

martedì 17 maggio 2011

Pisapia, il maggio milanese

La sinistra vince nel capoluogo lombardo perché ha saputo essere rassicurante e interpretare lo spirito della città. Ma soffia davvero il vento del Nord? Esiste un nuovo laboratorio riformista in grado di candidarsi a governare la nazione?

Su Berlusconi la penso come Giuliano Ferrara, sia pure da una prospettiva diametralmente opposta. Il Cavaliere, a Milano, convince quando si presenta come un riformatore: quando cioè pone al centro della sua agenda politica la riduzione delle tasse, l’abolizione delle Province, il dimezzamento del numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo perfetto, l’arretramento della politica da settori che non le competono, ecc.

domenica 15 maggio 2011

Milano e la bufala dei moderati

Culla del riformismo socialista, il capoluogo lombardo è una città spregiudicata. Non teme i movimenti di rottura. Ma all’ideologia preferisce l’intraprendenza di chi sa fare

Con la sua consueta lucidità, Sergio Romano – nel fondo odierno sul Corsera – mette i puntini sulle «i». Ai soloni della politica fa notare che non si ricordano a memoria d’uomo «elezioni locali a cui non sia stata attribuita una valenza politica». La vera anomalia, secondo l’ex ambasciatore, sta nel fatto che la politica ha soffocato il dibattito delle idee e che le elezioni amministrative, per iniziativa dello stesso Berlusconi, sono state trasformate in un referendum sul presidente del Consiglio. Anche queste due circostanze non mi sembrano proprio una novità. Ma sono vere. E, in primo luogo, riguardano le elezioni milanesi.

giovedì 12 maggio 2011

Habemus papam: il gran rifiuto di Nanni Moretti

I turbamenti di coscienza di un papa che non vuole essere papa, e il mancato confronto tra scienza e fede in un film controverso che inscena uno dei principali temi della contemporaneità: la crisi dell’Io

Nella storia della Chiesa, sono cinque i pontefici che hanno abdicato, per scelta o per costrizione: Clemente I, papa Ponziano, Benedetto IX, Celestino V e Gregorio XII. Il più celebre è il penultimo, che Dante colloca fra gli ignavi, nel terzo canto dell’Inferno: per lui non vi sono dubbi, il gran rifiuto di Celestino V equivale a un gesto di viltade. E la sua ombra merita di stare fra coloro che non hanno speranza di morte, perché persino la misericordia e la giustizia li sdegna.

lunedì 11 aprile 2011

La farina e le uova della politica

Nel suo fondo di sabato scorso sul Corriere della Sera, Angelo Panebianco lamenta lo sfarinamento delle forze politiche esistenti. La novità è la disarticolazione in corso del Pdl, di cui lo strappo di Gianfranco Fini sarebbe stato solo l’inizio. La prova è che a esso ha fatto seguito tutto un fiorire di «raggruppamenti autonomi» o correnti e sottocorrenti su base personalistica: Scajola, Micciché, Matteoli, Alemanno... Il giudizio sullo schieramento di sinistra non è meno severo (quello «era già da tempo frantumato»), ma qui si parla anzitutto della destra.

venerdì 1 aprile 2011

Zoro, la sinistra che ride

Diego Bianchi, in arte Zoro, è un caratterista di rango. Fattosi conoscere inizialmente tra i frequentatori del web per la sua stralunata quanto intelligente comicità politica, si è poi conquistato un meritato spazio in Tv, e oggi rappresenta una delle firme di punta del programma di Serena Dandini, Parla con me. Al di là delle indubbie doti tecniche (è allo stesso tempo regista, sceneggiatore e attore), il suo merito sta nell’aver dato vita a un personaggio che, sdoppiandosi o triplicandosi, riflette le inquietudini dell’odierna sinistra postproletaria e postcomunista: diciamo pure un Bobo del Duemila.

martedì 29 marzo 2011

Cacciari: gli enti spreconi

L’intervista del Giornale a Massimo Cacciari ha qualcosa di conturbante. Insomma, si può intervistare qualcuno per conoscerne il pensiero, per avere informazioni o per strappargli qualche appetitoso dettaglio sulla sua vita privata (perché no? La curiosità sarà pure un vizio, ma è alla base dello star system, torna utile anche all’intervistato).

domenica 27 marzo 2011

Bestseller, la cucina in libreria

Nelle classifiche dei libri più venduti del mese di marzo realizzate dalla società Nielsen Bookscan per conto dell’inserto Tuttolibri della «Stampa», spicca un curioso dato: nel settore della varia, quattro titoli su dieci parlano di cibi e alimentazione. Tre sono manuali di cucina: Cotto e mangiato di Benedetta Parodi, Benvenuti nella mia cucina sempre della Parodi, e Le ricette di casa Clerici di Antonella Clerici. L’altro è invece una guida all’autodisciplina alimentare: Le diete della salute di Rosanna Lambertucci.

sabato 26 marzo 2011

Pd, un master in cultura politica


L’idea è buona. A vent’anni esatti dalla chiusura delle Frattocchie, il Pd dà vita a una nuova scuola di formazione dei quadri di partito, che si va ad aggiungere ad altre iniziative formative già sperimentate in questi anni. Si chiama “Officina politica” ed è stata voluta dal segretario Pierluigi Bersani. La struttura, per ammissione di Anna Maria Parente (responsabile formazione del Pd), è quella di un master. Tre le aree di insegnamento: cultura politica, cultura istituzionale e comunicazione. I corsi di durata annuale – vi saranno ammessi quaranta giovani sotto i trentacinque anni, selezionati dai segretari regionali – inizieranno l’8 aprile, per un week end al mese. Sede: Casa San Bernardo, via Laurentina 289, Roma.

venerdì 25 marzo 2011

Il convento del dottor Formigoni e del dottor Vendola


Le narrazioni hanno i loro bravi dialoghi. E, se le narrazioni sono comiche, i dialoghi hanno da essere ben saporiti. Queste sono le regole. Prendere o lasciare. Dunque nessuna meraviglia per il battibecco lombardo-pugliese. E, poi, che diamine, qui è in gioco il prestigio di due antiche regioni! Varrà pur ben la pena di sfoderare la spada.

L'efficienza nipponica e la poltronaggine italica


Il titolo del «Corrierone» è pensato per colpire. E in effetti colpisce: Giappone: sei giorni dopo la scossa già ricostruita un’autostrada. Se penso alle voragini lungo le strade attorno a casa mia che mi costringono a infinite gincane, mi viene una rabbia! Evidentemente, i giapponesi hanno governanti e amministratori migliori dei nostri.

domenica 16 gennaio 2011

I gatti nella canzone italiana


È il 1968. Da paese prevalentemente agricolo, l’Italia si è trasformata da poco in paese prevalentemente industriale. Il processo di urbanizzazione e i fenomeni di migrazione che accompagnano l’avvento dell’industria stanno radicalmente cambiando gli ambienti della convivenza umana. In tale contesto, dove può radunarsi un gruppo di intraprendenti gattini per discutere del proprio avvenire? Facile! Nella cantina di un palazzone. Dove altrimenti? Questo almeno è quel che fanno i randagi in erba di Quarantaquattro gatti, la canzone scritta da Giuseppe Casarini e cantata da Barbara Ferigo, vincitrice della decima edizione dello Zecchino d’Oro (ideatore e conduttore: Cino Tortorella).
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