mercoledì 11 giugno 2008

Cittàteatro, per un finale aperto

di Susanna Janina Baumgartner

«Io spero in te per noi» (Gabriel Marcel, Homo viator. Prolegomeni ad una metafisica della speranza) vuol dire confidare in una realtà personale, in un “tu” che possa dare fiducia. E la città, scrive Massimiliano Finazzer Flory in Cittàteatro, è il palcoscenico di questa misteriosa fiducia tra la gente, per la gente e per conto di una non meno misteriosa sensazione di libertà. Io aggiungo dovrebbe essere, può essere nel migliore dei casi e certo non sempre è.

La fiducia non è fuori, ma dentro di noi e lotta contro la diffidenza, il disfattismo, la disperazione. Le città non sono altro che rappresentazioni differenti dello stesso spettacolo, il gioco serio delle relazioni umane. Città e teatro come luogo interiore che produce uno spazio relazionale. Il teatro come metafora della vita. L’arte come metafora di un progetto. La città pensata come opera che parte da un’idea e si costruisce nel suo fare, trasformandosi sempre. Quello che resta, il resto significante, sono le opere delle città d’arte, quelle che hanno creduto in loro stesse. Nel tempo e nello spazio.

Chiunque voglia promuovere e difendere la propria città, non può che partire da quel linguaggio originario quale è l’arte. L’arte ci conduce, perché la vita sta all’arte come la contemplazione alla libertà. Serve educazione al bello. E la bellezza è in parte un segreto che si scopre e in parte un mistero che si rivela.

Il nostro guardare è fondamentale come scrive Jorge Luis Borges: «Io sono l’unico spettatore di questa strada; se smettessi di vederla morirebbe». Bisogna quindi responsabilizzarsi, lottare con coraggio contro l’ovvio, la rassegnazione, la museificazione della cultura per impossessarsi dell’immagine dell’altro con un atteggiamento che ossifica la dialettica tra identità e alterità iscritta nello statuto dell’opera stessa. Per governare servono connessioni creative per avere una città-processo. Non una città prodotto.

Massimiliano Finazzer Flory
Cittàteatro. La città a venire
MORETTI & VITALI, pp. 120, € 17,00

L'autore incontra i lettori:
23 giugno 2008
Verona
Libreria Gheduzzi Librerie Giubbe Rosse
ore 17.30

1 commento:

filoking1948 ha detto...

Complimenti per il post!
Ho partecipato alla presentazione al Salone del libro 2008: E' stata molto interessante anche perchè fu presentato in abbinamento a un libro del poeta frances Yves Bonnefoy, che descrive una visita al Louvre seguendo solo la traccia emotiva del momento.
Conto di leggere il libro, perchè sono rimasto affascinato dalla chiave interpretativa dei processi del vissuto urbano attraverso la metafora del teatro e della sua grammatica.

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